Alcuni passi della critica di Antonio Piromalli

STORIA DELLA
LETTERATURA ITALIANA

2° ed., Cassino, Garigliano,
1994, p. 501

Ruggero Jacobbi nella
storia della letteratura italiana

Storia della letteratura italiana - di Antonio Piromalli

 

 
     

 

 

"Il Novecento letterario come invenzione estrema che va dal simbolismo al surrealismo, agli ermetici ha la sua personificazione in Ruggero Jacobbi, nato a Venezia nel 1920 e morto a Roma nel 1981. Questa vocazione era già chiara in lui quando, diciannovenne, collaborò a "Campo di Marte".

I suoi compagni di università (Rosario Assunto, Giacinto Spagnoletti) concordarono nel ritenere fin d'allora un genio Jacobbi esperto di letterature straniere, estetica, teatro, arti figurative, lirica, critica. Il più attento periegeta del primo Novecento, Jacobbi, nel 1946 lasciava l'Italia per il Brasile come regista della compagnia teatrale di Diana Torrieri; rimase in Brasile fino al 1960 e là fu un rinnovatore della cultura teatrale, cinematografica, poetica.

Campana, seguito da Arturo Onofri, è per Jacobbi il capostipite della nuova poesia lirica che si svolgerà sotto i segni del surrealismo e dell'ermetismo libertari e antiaccademici. La "veemenza dei rapporti irrazionali" di Campana è l'emblema della nuova poesia novecentesca. Jacobbi ebbe notevolissima cultura letteraria ma per lui la base profonda e interiore della creazione è offerta dalla vita, dal raggiungimento della vitalità e della melodia psichica "nell'eliminazione di ogni regola rigida".

Perciò fu contro la letteratura astratta, purista, imitatrice e pose in primo piano l'immaginazione, l'invenzione, l'inesauribile surrealismo di Breton che per lui ebbero vita soprattutto nel mondo del Brasile, teatro di sconfinatezza, di disordine concretamente attivo, di realtà irraggiungibili, di realizzazioni che plasmano o sono plasmate dalla poesia. Questa tensione si ritrova in centinaia di studi sulla letteratura e sul teatro, in dieci volumi inediti di poesie, nell'incompiuta Avventura del Novecento (postuma, 1984), nei saggi su Campana, sulla letteratura americana, sulla poesia brasiliana del Novecento, sul teatro italiano ecc., studi preziosi per l'impegno, l'intelligenza, le scelte che indicano in Jacobbi il maggiore studioso del Novecento italiano anche nei suoi rapporti con la cultura mondiale".

 

 

     

 

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