Letteratura & Società
n° 6 - set dic 2000
pp. 3 - 17

La critica accademica e la società di massa

 

 

 

Per poter proporre un rapporto congruente tra società-cultura di massa e critica accademica e per poter indicare i condizionamenti e le reazioni della critica accademica assumiamo come critica accademica in quanto professata soprattutto da accademici (con le eccezioni dei liberi studiosi, non professionisticamente facenti parte dell'attività accademica) la critica che organizza la letteratura come "storia della letteratura" e che si rivolge alla formazione culturale di scolari e insegnanti e alla informazione sui fenomeni letterari a un pubblico vasto. Assumiamo come punto di partenza l'età del positivismo perché prima di allora la storia letteraria accompagnava le vicende politiche e sociali finalizzate al movimento di progresso culminante nell'Unità d'Italia e i ceti sociali che concorrevano all'Unità - pur nelle diverse posizioni, spesso ambigue, ambivalenti, ricche di riserve mentali politiche - avevano come base di riconoscimento alcuni elementi generali comuni di progresso sui quali, dopo l'Unità, le divergenze saranno profonde e caratterizzanti della effigie del nuovo Stato. Ovviamente parliamo di ceti medi, borghesi e aristocratici, colti ed egemoni, poiché i ceti subalterni erano nella loro stragrande maggioranza - di origine contadina o contadini - analfabeti.

Ma dell'età del positivismo consideriamo la crisi culturale assai significativa in tutti i campi perché è crisi della società agraria e ascesa della società industriale, organizzazione delle strutture borghesi capitalistiche, trionfo dell'irrazionale, crisi della ragione. Indicare fin da principio le cause della crisi significa anche indicare la funzione politica della borghesia la quale si preoccupò di pilotare la reazione contro il mondo della realtà, di guidare in direzione non associativa gli uomini dimidiati dalla divisione del lavoro, esaltare lo slegamento sociale e le sue conseguenze (sentimento dell'inconscio, del mistero, malattie della psiche e loro morbosità, fede religiosa, irrazionalismo, attivismo sfrenato di carattere compensativo, fuga nel simbolo, nell'illuminazione, nella sensibilità, ecc.).
La grande paura ingenerata dallo sviluppo delle nuove masse operaie, dai movimenti contadini organizzati dal socialismo causa un riflusso della cultura della borghesia verso la tradizione, l'umanesimo, la poesia. Il progresso scientifico come progresso di massa è, nei suoi diversi aspetti, un elemento che concorre, con le paure che genera oltre che con le delusioni, un elemento del riflusso culturale...

(segue)