Ferito al cuore dal sublime
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Troppo colto – troppo educato – Troppo di tutto Ferito al cuore dal sublime di cui egli stesso era l’essenza. Fedele alla realtà degli incontri amati in fuga nel surreale dell’amore e della morte. Sempre giovane come i sogni – sempre moderno come un antico Poema.
Era un grande fiume nella sicurezza della direzione. Era il Po di Crissolo sceso bambino dal Pian del Re e la sua immagine poi tenera e smarrita – nell’evanescenza della nebbia – alla foce del suo Polesine.
Forse l’Ippogrifo alato l’ha rapito per altri lidi come un eroe della mitologia greca e lo seguiranno ragazze innamorate come le schiere degli Angeli disperati di Giotto insieme a tutte le aureole dei Santi e dei Patriarchi del Beato Angelico.
L’immenso mare della sua letteratura l’ha accolto nella scia dei pesci luminosi – viaggio concesso solo ai Sommi Poeti dove ritroverà Beatrice giovinetta e «L’Amore che muove il sole e le altre stelle»
Si è arricchito di luce quel Mare e d’incanto. Il Paradiso ora risplende di più.
Noi siamo rimasti in miseria con la Ricchezza troppo amara del suo Ricordo.
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