PREMESSA
Un ciclo di studi compreso nei volumi editi da Olschki da un decennio ad oggi (Aurelio Bertola, 1959; Dal Quattrocento al Novecento, 1964; Saggi critici, 1967) trova conclusione in questi Studi sul Novecento i quali proseguono una linea teorica e critica nata da un'esigenza di storicismo, di poetica e di stile. Altre indagini prevalentemente sette-novecentesche hanno corredato queste ricerche e questo indirizzo: l'Arcadia, Parini, Fogazzaro, Deledda, Michelstaedter, commenti goldoniani e alfierani, hanno costituito temi e argomenti di verifica dello stesso metodo.
Negli Studi sul Novecento i fermenti della cultura del nostro secolo sono stati studiati in una indagine sulla letteratura e sulla poesia della prima guerra mondiale. Quasi tutti gli scrittori della prima metà del Novecento passano attraverso l'esperienza della guerra, e con la guerra si conclude la crisi degli ideali ottocenteschi. Panzini con i due diversi modi di arte è quasi il simbolo di quella crisi. Nel volume trovano posto anche i ritratti di critici e scrittori. Le ragioni umane, culturali, psicologiche tendono, nel « ritratto », ad esprimere la misura dell'arte o della storicità: in Del Lungo la severità del metodo storico raggiunge tutta la cultura toscana dei secoli precedenti; in Galletti le letterature straniere aprono paragoni, dissensi, contrapposizioni e una vivace dialettica di storia delle idee; in Trombatore il metodo crociano trova un fine interprete che dal « vento gagliardo e rapinoso » dell'anticrocianesimo si volge verso lo storicismo marxista. Il panorama del Novecento (già preparato da altri studi su Corazzini, Pirandello e Croce, Michelstaedter, etc) è visto anche nei suoi contrafforti critici che vanno dalla reazione antipositivistica allo storicismo integrale. Il saggio sull'evoluzione di Lorenzo Calogero, il poeta che consumò in provincia le ultime tracce dell'ermetismo, è altra verifica dello stile e della letteratura del primo e del secondo dopoguerra.
La « conclusione » alla quale accennavamo in principio è una conclusione ideale, una cornice che ha dato rilievo e nervatura alle tendenze e alle predilezioni di tutti i nostri studi.
A. P. - Rimini, 1 dicembre 1968.