Si riporta uno stralcio della testimonianza del Prof. Pietro Tripodi, Direttore dei Laboratori Centrali di Foligno, assiduo protagonista nell'attività di aggiornamento metodologico della scuola superiore italiana.

Aggiornamento e metodologie
di Pietro Tripodi , Studi in onore di Antonio Piromalli,
E.S.I., Napoli 1993

[…] L'attività di aggiornamento portata avanti dalla Direzione generale classica non ha interessato soltanto le discipline scientifiche, ma anche quelle storico-letterarie; si completa così l'aggiornamento culturale e metodologico di tutta la scuola.
Questa attività è stata pensata, programmata ed attuata dall'Ispettore centrale del Ministero della P.I., prof. Antonio Piromalli, il quale ha alle sue spalle un prestigioso cursus honorum di saggista, critico letterario, studioso ed esperto di letterature regionali, libero docente incaricato di lingua e letteratura italiana e più tardi ordinario.. Egli organizzò tutte le sessioni di lavoro con intelligenza e competenza tali da ottenere non solo il pieno assenso del mondo accademico e universitario, ma anche la collaborazione dei docenti universitari quali relatori nelle varie sessioni di lavoro.
Fu un lavoro lungo e, all'inizio, duro, perché si trattava di aprire la scuola a nuove tematiche (continua..) e metodologie contestualmente alle condizioni reali della società, in un periodo in cui gli organi ministeriali erano molto cauti nel dare esplicite direttive in merito alle innovazioni […]Ciascuna sessione di lavoro si articola in due tempi: al mattino la parte culturale, svolta dai vari relatori; al pomeriggio i gruppi di studio nei quali i partecipanti discutono gli aspetti delle relazioni trattate dai docenti, individuano le convergenze interdisciplinari e stendono piani di lavoro che dovranno poi costituire il corpo del documento conclusivo.[...]
Ampio e complesso è il quadro delle sessioni di lavoro tenute dal 1970 al 1975: interdisciplinarità storico-letteraria, educazione civica, sociologia della letteratura, letteratura regionale e nazionale, positivismo, storia dell'arte e corsi esclusivamente interdisciplinari: Galileo, Leonardo...
Per esemplificare ecco un elenco molto ridotto di alcune sessioni di lavoro:

«Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura» a Cesenatico, 1970, che si sviluppa nel tempo con:

«Rapporto tra discipline letterarie e sociologia», Ravenna, giugno 1971;

«Gli intellettuali italiani e la loro organizzazione», Livorno, settembre 1971;

«Cultura e società nell'età del positivismo in Italia e in Europa», Marina di Carrara, febbraio 1972;

«Letteratura regionale e cultura nel Rinascimento Italiano», Ferrara, giugno 1972);

«Cultura e società», Foligno, settembre 1972;

«Leonardo», Milano, novembre 1972;

«Teatro e spettacolo nella cultura contemporanea», Livorno, dicembre 1973);

«Alessandro Manzoni», Sorrento, marzo 1973;

«Società e cultura in Emilia Romagna nelP'800 e '900», Rimini, marzo 1973;

«Letteratura regionale e letteratura nazionale», Nuoro, giugno 1973;

«Francesco De Sanctis», Foligno, gennaio 1974;

«Galileo», Foligno, 1972;

«Il romanzo di appendice in Italia tra '800 e '900», Ravenna, aprile 1974;

«Metodi e situazioni della critica letteraria in Italia», Ravenna, marzo 1974.

Hanno partecipato alle varie sessioni di lavoro, quali docenti, tra gli altri: Giulio Alliney dell'Università di Bologna; Nicola Badaloni dell'Università di Pisa; Gaspare Barbiellini Amidei; Franco Catalano dell'Università di Milano; Giuseppe Falcone dell'Università di Messina; Luigi M. Lombardi Satriani dell'Università di Messina; Franco Lombardo dell'Università di Roma; Bruno Maier dell'Università di Trieste; Giuliano Manacorda dell'Università di Roma; Ettore Mazzali dell'Università di Bologna; Giuseppe Petronio dell'Università di Trieste; Antonio Piromalli Ispettore centrale del M.P.I. libero docente di lingua e letteratura italiana presso l'Università di Cassino; Lucio Lombardo Radice dell'Università di Roma; Alberto Asor Rosa dell'Università di Roma; Paolo Rossi dell'Università di Firenze; Mario Sansone dell'Università di Bari; Giambattista Salinari dell'Università di Roma; Girolamo Sotgiu dell'Università di Cagliari; Achille Tartaro dell'Università di Roma; Giorgio Bàrberi Squarotti dell'Università di Torino.[…]

Unitamente alle sessioni di lavoro, bisogna ricordare un altro aspetto dell'attività di aggiornamento e di ammodernamento delle metodologie: i seminari di studi e programmazione ai quali partecipano insegnanti, ispettori centrali e anche docenti universitari.

In questi incontri vengono prese in esame nuove tematiche da trattare, elaborati piani di lavoro e di programmazione insieme a proposte educative che riflettono le esigenze della base e che, in certa misura, vengono poi recepiti dalla Direzione generale classica per una futura attuazione. In ogni seminario, inoltre, vi è una prima verifica e un confronto di idee e di proposte relative alle precedenti sessioni di lavoro. […]

Hanno partecipato ai seminari di studio e programmazione: i Proff. Silvio Abbadessa, Graziella Anichini, Guido Barlozzini, Giovanna Broussard, Luciano Bergoglio, Maria Pia Callovini, Giulio Costa, Giovanna De Sabbata, Ferdinando Di Giorgi, Edmea Guidetti, Lorenzo Giovannacci, Francesco Illari, Carla Lazzarini, Achille La Verde, Elena Lombardo, Mariastella Macchiarella, Alessandro Maggi, Pasquale Modestino, Franco Mollia, Rosario Muratori, Franca Nicolini, Giuseppina Primavera, Cesare Rattazzi, Gerardo Sani, Augusto Simonini, Pietro Tripodi, Antonio Zedda, ecc.

Gli Ispettori centrali: Proff. Sergio Beer, Lorenzo Caldo, Vera Lombardo, Giacinto Margiotta, Luigi Paone, Ettore Orlandini, Pasquale Piepoli, Mario Perilli, Giuseppe Ragazzini, Vincenzo Vita, Ettore Vernazza.

Ha introdotto i lavori dei seminari di studio e programmazione e dei seminari per presidi, l'Ispettore generale dott. Enrico Dalmasso coordinatore delle attività di studio e programmazione della Direzione generale dell'istruzione classica del M.P.I.[…]

Non è possibile occuparsi per esteso di tutti i seminari di studio, come d'altra parte non lo è stato per le sessioni di lavoro, perché sarebbe stato troppo lungo, ma soprattutto perché non si è in possesso di tutti quei documenti redatti alla conclusione dei lavori.

Tanto per dare lo spessore del lavoro fatto nei seminari di studio, basta citare alcune tematiche trattate: insegnamento moderno e coordinato delle discipline storico-letterarie e artistiche; insegnamento moderno e coordinato delle discipline scientifiche; problemi della sperimentazione interdisciplinare; l'insegnamento delle discipline scientifiche nel biennio; l’interdisciplinarità; il problema dell'aggiornamento; coordinamento, contemporaneità e interdisciplinarità.

Si potrebbe aggiungere che il leit-motiv di ogni seminario è stato «l’interdisciplinarità» sulla quale tanto si è scritto e discusso, arrivando così a proposte pratiche operative in un tempo molto ravvicinato.

Non si può chiudere il discorso su questa attività metodologica e di aggiornamento, portata avanti dall'Ispettore centrale prof. Antonio Piromalli, d'accordo con la Direzione generale istruzione classica, senza ricordare i seminari per presidi. Tale iniziativa ha notevolmente inciso per sbloccare dall'immobilismo la scuola italiana sempre arroccata alle sue vecchie metodiche e tematiche e ad una didattica descrittiva e ripetitiva.

I presidi hanno dato un valido contributo nel portare la scuola su posizioni culturalmente e metodologicamente più avanzate e soprattutto più aperte alla società.

D'altra parte promuovere gli incontri di presidi e tra presidi è stata una scelta ponderata e nel contempo stimolante: essi si sono scambiati idee, esperienze, venendo così a conoscenza di altre realtà esistenti in altre regioni, e soprattutto hanno attivamente e direttamente collaborato per la buona riuscita dell'attività promossa dall'Amministrazione centrale.

Una iniziativa di tal genere (seminari per presidi) è stata la prima da che esiste l'istituto scolastico italiano, e ha avuto il valore primo di sentire e di far partecipare tutti i capi d'istituto, da protagonisti, al processo di ammodernamento culturale e metodologico; ciò si traduce nel chiamare, sentire, auscultare la «scuola viva» nei processi che direttamente la interessano e la coinvolgono.

Nessuna riforma o processo innovativo può essere imposto dal vertice, occorre che venga convocata la base, la scuola viva in tutte le sue componenti, perché essa dia il suo onesto e valido contributo esponendo quelle che sono le sue esigenze primarie e metta, altresì, a disposizione di chi di scuola non si è mai occupato, in «senso vivo»: la sua ricchezza di esperienze sia nel campo didattico-culturale che sociale; questo il vero fatto nuovo nella scuola italiana degli anni '70.

È doveroso ricordare, tra i tanti nomi insigni che hanno partecipato all'iniziativa ministeriale, la figura di Giambattista Salinari, uomo di profonda intelligenza, saggista, docente universitario, la cui particolare sensibilità ai problemi della scuola, tra l'altro, ha permesso la realizzazione del laboratorio centrale di Foligno, cedendo parte dei locali dell'Istituto magistrale di cui allora egli era preside.

L'attività programmata dalla Direzione Generale Istruzione Classica si conclude nel 1975, anno in cui entrano in vigore i decreti delegati della scuola per quanto riguarda l'aggiornamento, con due corsi: “Culture delle comunità greca e albanese in Calabria”, tenutosi a Roccella Jonica, e “Dialetto e scuola”, tenutosi a Lecce dal 20 al 26 ottobre 1975; fra i relatori di questo corso Pier Paolo Pasolini, una fra le maggiori figure della storia della letteratura contemporanea italiana (La relazione di Pier Paolo Pasolini «Volgar Eloquio» è stata pubblicata da Antonio Piromalli e Domenico Scafoglio, Ed. Athena, Napoli 1976, e ristampata dagli Editori Riuniti, Roma 1987, a cura di Gian Carlo Ferretti).

Dagli anni '60 agli anni '70 è stato costruito un patrimonio culturale che poneva la nostra scuola tra le più avanzate in Europa. Una parte di quel patrimonio si è geneticamente trasmesso alla scuola attuale, ma la parte più cospicua, più consistente, pregna di valori educativi e innovativi che rendevano l'allievo vero protagonista assieme all'insegnante del processo formativo e educativo, è andata perduta. Questa è una colpa molto grave da imputarsi agli uomini politici che si sono succeduti, in quel decennio, a capo dell'Amministrazione della nostra scuola.

L'attività dell'Ufficio AIM, specie nel campo delle discipline storico-letterarie, dove le tematiche trattate e le metodologie introdotte non miravano certo a «conservare» ma a rinnovare in maniera decisa e radicale, ha destato qualche allarme, in taluni ambienti; allarme peraltro ingiustificato, dato che tutta l'attività delle discipline storico-letterarie è stata portata avanti da illustri uomini della cultura italiana di fronte ai quali qualunque insinuazione di «coloritura» politica non ha senso.

Non si poteva speculare sulla serietà e la profonda e vasta cultura di Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Petronio, Alberto Asor Rosa, Nicola Badaloni, Mario Sansone, Ruggero Jacobbi, Giambattista Salinari, Luigi Lombardi Satriani, Antonio Piromalli e tanti altri ancora.

Questi richiami e puntualizzazioni contenuti nei documenti delle varie sessioni di lavoro o di seminari di studio, evidenziano, in modo chiaro e preciso quale è stata l'opera di ammodernamento attuata dalla Direzione Generale Classica, dei metodi e dei contenuti nell'insegnamento delle discipline storico-letterarie e artistiche nella scuola italiana.

È stata un'opera culturalmente importante che ha aperto nuovi orizzonti e nuove interpretazioni di fatti e di uomini che hanno caratterizzato la nostra storia letteraria e artistica. E ancora fra le conclusioni da trarre dall'esposizione dei fatti: la produzione dei documenti delle sessioni di lavoro, dei seminari di studio è ricca di contenuti e di preziosi suggerimenti sulla metodica delle varie discipline e costituisce un valido e concreto riscontro del lavoro fatto dagli insegnanti partecipanti ai vari corsi sia di discipline scientifiche che storico-letterarie.

Purtroppo tutto questo materiale prodotto non è stato portato all'attenzione della scuola di ogni ordine e grado (questa è stata una grave carenza dell'organizzazione dell'Amministrazione centrale), ed è rimasto quindi limitato nello stretto ambito della Direzione generale classica.

Ciò dimostra che la scuola si è aggiornata più per una propria forza e spinta autonoma che per opera dell'Amministrazione centrale le cui strutture antiquate anacronistiche divise in compartimenti stagni, non hanno consentito e non consentono, ancor oggi, alcuna comunicazione tra un ordine di studi e l'altro e ciascuna Direzione, ignora ciò che avviene nelle altre; sembra inverosimile, ma questa è la realtà.