La narrativa di Emilio Salgari, che appare inizialmente a puntate in quotidiani e periodici ( «La valigia» , «La nuova arena» , «Il telefono» , «L'innocenza» , «Il Giovedì» , «Il Silvio Pellico» , «Il novelliere illustrato» , «Per terra e per mare» , etc.) e poi in volumi per opera degli editori Donath e Bemporad, è una produzione letteraria di massa. Essa presenta caratteristiche tutte sue, relative ai bisogni psicologici e culturali ai quali viene incontro e alla funzione che svolge. Non è un'attività separata o inferiore ma ha il suo valore come le altre forme di attività letteraria di massa con le quali è certamente in rapporto: la fenomenologia e la tipologia del romanzo storico (eroi positivi e negativi e loro imprese, intermediari, vicende stimolatrici di sensazioni), il romanzo sociale francese del secondo Ottocento (personaggi che sono animati da sentimenti di giustizia, siano individuali o collettivi), narrativa scientifica o di relazioni di viaggi con accentuazione particolare dei motivi di ambiente (dalla botanica alla zoologia, all'etologia, alla medicina popolare, alla gastronomia, ai riti funerari, etc.)
I procedimenti narrativi salgariani sono quelli dei generi della letteratura cosiddetta alta ma hanno tensioni, ideologie e funzioni - certamente giustificate e legittime - assai diverse. Ovviamente, come la letteratura di tutte le altre epoche, anche questa è nata perché ne fruissero i lettori ma non per questo, per la sua consumabilità, la giudicheremmo come produzione di un piano inferiore. Ci pare, cioè, che la docimologia sia, in questo e in altri casi, uno strumento valido a creare gerarchie retoriche e non ad interpretare i fatti coesistenti della realtà varia e in trasformazione.
Il romanzo di Salgari nasce nell'età dell'imperialismo e del colonialismo, in una società di massa e alle masse cerca di giungere con le caratteristiche di epica popolare anticoloniale. Quando [...]