ANTONIO PIROMALLI E “CALABRIA SCONOSCIUTA”

 di Gaetanina Sicari Ruffo
(dicembre 2013)

Sono passati dieci lunghi anni senza il Prof. Antonio Piromalli, apprezzatissimo collaboratore della rivista “Calabria sconosciuta”, già fondata all’epoca dal compianto primo direttore dott. Giuseppe Polimeni.
Egli aveva seguito con i suoi incoraggiamenti ed i suoi scritti il tortuoso percorso d’elaborazione per più d’un ventennio, fin dal 1978, ed i suoi contributi furono pubblicati fino a qualche anno prima della scomparsa. Originario dalla Calabria (Maropati 1920 – Polistena 2003) ha sempre rafforzato il suo legame con essa, nonostante fosse per lunghi periodi fuori, impegnato nell’insegnamento della Letteratura italiana prima all’Università di Urbino e Bologna, poi nelle Università di Udine, Salerno, Cassino, medaglia d’oro nel 1989 dei Benemeriti della Scuola, della Cultura, dell’Arte anche per i molti importanti incarichi ministeriali che assunse per la promozione della Scuola.

Ma quando ritornava nella terra che aveva nel cuore, seguiva da vicino gli eventi culturali, promuovendo incontri ad alto livello ed incoraggiando manifestazioni.

E’ stato un vero maestro, se per tale s’intende non solo chi invita a gustare il pane della propria sapienza, ma anche chi è fraternamente vicino e interpreta le attese nel segno d’una umanità che si fa previdente. Egli ha infatti tracciato nuove strade nel solco della cultura meridionale, dando loro visibilità, non solo con le sue due grandi opere: Letteratura calabrese (Pellegrini, Cosenza 1965) e Letteratura e Cultura popolare (Olschki, Firenze 1983) ad indicare un percorso originale e moderno, molto ricercato dalle giovani generazioni, ma pure con i tanti saggi che hanno messo in luce figure di autori fino a quel momento ignorati e pure validissimi. Intendo riferirmi ai poeti Lorenzo Calogero, Nicola Giunta, Alba Florio, Ermelinda Oliva, Emilio Argiroffi, di cui scrisse pagine illuminanti per gli sviluppi della loro carriera. Egli stesso fu poeta fin dalla prima giovinezza e si annoverano, dopo il 1945, ben sette sue raccolte di versi.

L’ampia conoscenza filologica inoltre gli ha consentito di approfondire aspetti del linguaggio, soprattutto il dialetto, per lungo tempo considerato dai critici di scarsa dignità. Così lavorò a lusinghieri saggi su Ettore Alvaro, Donnu Pantu, Vincenzo Ammirà, Nicola Giunta, rivelando la loro impronta originale e il fervido rapporto con il luogo ed il tempo con i quali erano venuti a contatto. Cogliendo ed apprezzando il filo rosso della Rivista “Calabria Sconosciuta”, intercorrente tra élite e popolo, si soffermò spesso e volentieri, in vari numeri, a spiegare il carattere della cultura contadina oltre alla pregnanza del dialetto, il senso di certi riti, il valore di alcun celebrazioni, insomma il multiforme volto della società in evoluzione.

Fu proprio la sua critica illuminata a chiarire la profonda influenza degli autori italiani di fine secolo sulla cultura contemporanea, specie calabrese, per non parlare della sua ultima fatica di far conoscere il suo conterraneo scrittore Fortunato Seminara al grande pubblico.

Ne ha istituito la Fondazione e dopo aver riedito nel 1990 Le baracche ha dato alle stampe i romanzi postumi: L’Arca (1997), La dittatura (2002) , Il viaggio (2003). Si trovava a Polistena proprio per presentare quest’ultimo libro, quando fu colto dal malore che gli fu fatale. Il compianto fu unanime e profondo. La Calabria perdeva con lui non solo un grande intellettuale, noto nei luoghi più ricercati del dibattito nazionale, ma anche un figlio memore e fedele che aveva voluto onorarla sempre. Seminara infatti rappresentò ai suoi occhi la Calabria stessa ch’egli aveva imparato a conoscere ed a frequentare fin dall’inizio della sua vita, quel mondo raccolto ed appartato che aveva un profilo familiare anche se non sempre felice, fin dalla pubblicazione, appunto nel 1942, de Le baracche, voluta da Leo Longanesi per Rizzoli. S’era assunto il compito di valorizzare i migliori talenti della sua gente e di sfatare l’ingiusto pregiudizio che non esistono al sud energie creative degne d’attenzione e capaci di rinnovamento. Il suo messaggio non può essere disconosciuto ed ignorato, ne siamo certi.


Si elencano di seguito i numerosi scritti di Antonio Piromalli pubblicati nel corso della lunga collaborazione con la Rivista “CALABRIA SCONOSCIUTA”:

• Maropati, società e cultura di un villaggio contadino, 1978, n. 1, pp. 35-45;

• Le imprecazioni dialettali calabresi (raccolte da Ettore Alvaro), 1978, n. 3, pp. 31-40;

• Il mito alvariano delle dimensioni fantastiche e ideali della Calabria primitiva, 1978, n. 4, pp. 31-34;

• Due novelle inedite in versi dialettali di Vincenzo Ammirà, 1979, n. 6, pp. 15-20;

• Il Carnevale in Calabria, 1979, n. 7-8, pp. 21-26;

• Minoranze etno-linguistiche in Calabria, 1980, n. 9, pp. 17-23;

• Rec. a L. Lacquaniti, Calabria natura e storia, 1981, n. 13, p. 54;

• Alba Florio, 1981, n. 14-15, pp. 51-58;

• Rec. a S. Pedullà, La Reggina di tutti i tempi, 1981, n. 14-15, p. 38;

• Rassegna di letteratura e cultura calabrese, ott 1981 – mar 1982, n. 16-17, pp. 37-38: rec. a V. Fusco, Polistena; rec. a F. Vasto, Castrovillari antica; rec. a N. Catalano, I canti delle prefiche di Giffone; rec. a F. Petrolino, Soffitta;

• Letteratura calabrese contemporanea, 1982, n. 18-19, pp. 11-12: rec. a F. Tigani Sava, Bibliografia calabrese; rec. a L. Vento, La personalità e l’opera di Corrado Alvaro; rec. a S. Lanuzza, Inchiesta sulla poesia; rec. a C. A. Pascale, Giuseppe Correale, scultore; rec. a A. Iacopetta, Franco Costabile poeta di Calabria;

• Scacco esistenziale e forma poetica in Lorenzo Calogero, 1983, n. 21, pp. 17-23;

• Antologia dei poeti calabresi, 1983, n. 22-23, pp. 43-44: rec. a G. Verbaro Cipollina, Poeti della Calabria;

• Cultura calabrese, 1983, n. 24, pp. 21-22, rec. a P. Pizzarelli, Tommaso Campanella; rec. a V. Paladino, Cultura e narrativa calabrese tra Otto e Novecento; rec. a G. Bloise, Prima che faccia sera;

• Salvatore Mitidieri nella cultura del suo tempo, 1984, n. 25-26, pp. 67-72;

• Cultura calabrese. Poeti, narratori, critici, 1984, n. 27-28, pp. 39-40: rec. a S. P. Putortì, Quale Sud?; rec. a A. Calogero, Il fiume di Stesicoro; rec. a F. Politano, Il rumore del silenzio; rec. a R. Proto, Sicillé e Mamma Adelina; rec. a G. Vono, Curinga tempi infami; rec. a A. Floccari, Calabresità;

• Il teatro di Ciardullo, 1985, n. 29, pp. 51-57;

• Rec. a R. Cambareri, Versi scelti, 1985, n. 29, pp. 60;

• Poeti, narratori, storici del nostro tempo, 1985, n. 30, pp. 63-65: rec. a P. Ocello, «…Di la furca a lu palu!»; rec. a A. Curcio, Chi canti? Chi cunti?; rec. a A. Orso, Canti dal Petrace; rec. a N. Zucco, Il Muraglio; rec. a C. Amoruso, Cecè il picciotto; rec. a S. Gemelli, Gerace, paradiso d’Europa; rec. a A. Placanica, L‘Iliade funesta. Storia del terremoto calabro-messinese del 1783;

• Autobiografismo e letteratura di consumo in “Caterina Marasca” di Giovanna Gulli, 1985, n. 31-32, pp. 41-47;

• Rec. a F. Mosino, Glossario calabrese antico (sec. XV), 1985, n. 31-32, p.10;

• Tra studiosi calabresi, 1986, n. 33-34, p. 12: rec. a F. Serrao, Una famiglia di dottori fisici e di speziali di medicina a Castelmonardo e a Filadelfia; rec. a A. Russo, L’Acqua­nova; rec. a T. Bonavita, Franco Malomo; rec. a G. Boca, Contributo della Calabria al Risorgimento italiano (1848-1860); A. Bellusci, rec. a Magia miti e credenze popolari;

• La poesia di Clorinda Nucera, 1986, n. 35, pp. 49-51;

• Società e cultura in Michele Pane, 1987, n. 38, pp. 87-98;

• Francesco Tropeano, poeta calabrese a Messina, 1988, n. 40, pp. 77-84;

• Rec. a V. Villella, La Calabria della rassegnazione. Il mancato risorgimento tra sanfedismo ed emigrazione, 1988, n. 40, p. 66;

• Rec. a R. Prince, Vocabolario del dialetto calabrese (Lainese), 1988, n. 40, p. 76;

• Società e cultura nella provincia reggina, 1989, n. 43, pp. 9-16;

• Cultura popolare di Enotrio pittore e poeta dialettale, 1989, n. 44, pp. 19-24;

• Cultura e poesia di Luca Pignato, 1989, n. 45, pp. 9-12;

• Cultura e vita militare di Biagio Seminara, 1990, n. 46, pp. 57-61;

• Maestri e compagni di Messina, 1990, n. 47, pp. 63-67;

• La poesia di Bruno Casile, 1991, n. 50;

• Per Vann’Antò, 1992, n. 55, pp. 25-26;

• Giovanni Conia fra restaurazione e rinnovamento, 1992, n. 56, pp. 23-28;

• Francesco Albanese, storico e archeologo, 1993, n. 60, pp. 37-40;

• Vincenzo Julia fondatore della letteratura calabrese, 1995, n. 67, pp. 63-67;

• L’itinerario culturale di Oreste Borrello, 1996, n. 69, pp. 47-51;

• Déodat De Dolomieu e le sue “Memorie sopra i terremoti della Calabria”, 1996, n. 71, pp. 15-19;

• Ethos eroico nella poesia classicistico-illuministica di Antonio Jerocades, 1997, n. 73, pp. 11-14;

• Realismo linguistico di Donnu Pantu,1997, n. 76, pp. 33-35;

• Ricordo di Emilia Pignato, 1998, n. 78;

• Influenza di Carducci, D’Annunzio, Pascoli e crepuscolari sulla letteratura calabrese del ‘900, 1998, n. 80, pp. 45-48;

• Cultura popolare e poesia di V. Padula, 1999, n. 81;

• Domenico Grimaldi personaggio di un romanzo, 2001, n. 89/90, pp. 21-26;

• Giuseppe Occhiato: grande narratore epico-popolare, 2002, n. 93, pp. 67-71;

• Sentimento etico-civile nella cultura e nella poesia di Emilio Argiroffi, 2002, n. 96; e 2003, n. 97.