In ricordo di Antonio Piromalli
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Protagonista della crescita culturale di Ferrara assieme a Longhi, Bassani, Giovannelli, Modestino: così Vittorio Sgarbi ricorda Antonio Piromalli..
..”ferrarese tra i ferraresi”
Vittorio Sgarbi: Sgarbi ricorda Piromalli
Il Resto del Carlino – Ferrara, 16.06.2003
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Gli anni della sua permanenza a Ferrara furono carichi di emozioni e sensazioni che emergono, oltre che nei suoi saggi critici, nelle parallele opere poetiche e narrative.
..Ha dedicato le sue attenzioni sia ad autori e movimenti importanti e riconosciuti, così come ha incoraggiato e fatto nascere accenti emergenti.. Ferrara deve unire nel suo ricordo il nome di Piromalli a quelli di Caretti, Bassani, Varese e di altri recentemente scomparsi.
Giacomo Savioli: La scomparsa di Piromalli, grande amico di Ferrara
La Nuova Ferrara, 8.07.2003
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.. Oggi lo studioso si attesta indiscutibilmente come un amante di Ferrara nel senso più autentico e più dannunziano, un amante fedele mosso da affetto e devozione per la città, attorniato da uno stuolo grande di amici ferraresi che gli riconoscevano piena onestà intellettuale.
Giuseppe Muscardini: Antonio Piromalli e la ragazza dell’evanescenza
Letteratura & Società, n.17-18 / 2004
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..Autore di quel testo importantissimo pubblicato nel 1953 da La Nuova Italia (La cultura a Ferrara al tempo dell’Ariosto), che costituisce una sorta di vivacissima rivisitazione della società estense di quel tempo, al di fuori insieme dai canoni interpretativi del positivismo come delle formulazioni allora dominanti di matrice idealistica.
..Era diventato a poco a poco un protagonista autorevole delle vicende culturali e politiche della città che voleva riscattarsi dalle miserie della guerra e di un torbido prolungato dopoguerra.
Giuseppe Inzerillo: Antonio Piromalli e Agostino Buda, amici “corrosi dal malore civile”
UnPoDiVersi, n. 1 / 2004 – Letteratura & Società, n.17-18 / 2004
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..Mi aveva fatto conoscere un mondo quasi per nulla frequentato dalla cultura tradizionale e di cui senza di lui avrei continuato a ignorare l’esistenza: quello di una cultura popolare, antisignorile, antiestense, espressione ironica, sferzante, spesso anche drammatica delle classi subalterne.
Il suo insegnamento ha contato molto nella mia attività professionale, nel mio lavoro, nella mia vita. Averlo conosciuto non è stato solo un privilegio, ma un elemento fondamentale della mia formazione: di questo gli devo una gratitudine infinita.
Massimo Felisatti: Un Maestro
Letteratura & Società, n.17-18 / 2004
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